sabato 20 febbraio 2010

Dal PUS al PEST, discussioni ricorrenti nella comunicazione della scienza

Sulla mailing list del psci.com, un portale britannico dedicato a fornire le migliori risorse internet sulla comunicazione della scienza e sul coinvolgimento pubblico su scienza e tecnologia, si sta discutendo del passaggio dal Public Understanding of Science (PUS) al Public Engagement with Science and Technology (PEST). Se ne discute da tempo. Tanti ne hanno già scritto, compreso io, secondo diverse prospettive.
Riporto la questione per mettere in evidenza il fatto che nella riflessione sulla comunicazione della scienza spesso si "reinventa la ruota". Prima o poi spunta qualcuno che dice che è finito il deficit model, bisogna passare al dialogo, alla partecipazione. Va avanti così fin dagli anni '90.
Il reiterarsi di queste discussioni dimostra quanto ancora non ci sia un corpus di concetti, teorie e conoscenze condiviso e riconosciuto da coloro che si occupano di comunicazione della scienza sia dal punto di vista teorico che professionale. Interessante comunque quanto dice, in una delle mail, Heather Rea, coordinatore e project manager dell'Edinburgh Beltane, un centro per il Public Engagement in Scozia:

"The model that I find most useful is to consider engagement as a spectrum of
activities ranging from the one-way information provision (books, lectures, media and PUS) through the two way engagements such as involvement/dialogue, consultation etc all the way to empowerment (eg citizens jury's/ deliberation).

Some may think this as an increasing scale of desirability ie we should all be aiming to empower people. But the truth is that in order to empower, you must also carry out all the other activites on the scale including informing."

2 commenti:

  1. molto interessante quello che linki... a mio parere (per quel che conta il mio parere) il pest ha un grosso limite: rischia a volte di portare al ridicolo dele serie questioni scientifiche. va bene l'engagement, ma, a volte, quando è troppo è troppo :-)

    RispondiElimina
  2. La questione dell'engagment per il momento è ancora molto sulla carta e nei documwenti governativi più che nelle pratiche. In più è molto più diffuso in paesi come la Gran Bretagna che da noi in Italia ad esempio. Per il momento ci sono alcune compagnie di consulenti specializzati nella facilitazione del dialogo che ne hanno tratto un sicuro beneficio economico. Per il resto sostanzialmente si naviga a vista sul piano pratico-teroico.

    RispondiElimina