sabato 8 maggio 2010

Sheila Jasanoff sulla scienza del clima: più comunicazione per riacquistare credibilità

Sheila Jasanoff scrive su Science a proposito dello scandalo legato allo svelamento di alcune email private degli scienziati della Climate Research Unit (CRU) dell'Università della West Anglia da parte di alcuni hacker. Ne avevo già parlato in un altro post.
Alcune mail private hanno svelato che gli scienziati della CRU in qualche modo distorcevano i dati per esagerare gli effetti del riscaldamento globale. Il direttore della CRU, Philip Jones, si è dimesso lo scorso il 31 Marzo 2010. Gran parte degli scienziati del clima sono al centro di polemiche violente, compreso l'Intergovernamental Panel on Climate Change (IPCC).
Jasanoff è uno dei nomi più importanti al mondo nel campo dei Science and Technology Studies. Ha fondato il primo dipartimento negli Stati Uniti in questo settore.
Le vicende sul riscaldamento globale sono un'occasione propizia per la studiosa americana per descrivere come si è modificato l'intreccio fra scienza e società e come i climatologi possono limitare i danni.
Alla ricerca contemporanea non basta più l'integrità riconosciuta dagli altri colleghi per essere credibile, deve essere responsabile di ciò che fa nei confronti dei pubblici di non-esperti. Come si fa a raggiungere quest'obiettivo?
La responsabilità, per la scienza attuale, può essere schematizzata come un problema dei tre corpi.
Il sistema è formato da: lo scienziato o l'esperto; la conoscenza scientifica; commissioni di consulenti in grado di tradurre le scoperte scientifiche in forme di policy rilevanti, in altre prole persone capaci di spiegare le loro valutazioni sia all'interno delle comunità scientifiche che nei confronti di diversi attori sociali all'esterno di esse.
Per i climatologi al centro delle polemiche questo significa non solo essere più scrupolosi e trasparenti nei confronti dei loro pari, ma anche attivi nel costruire una relazione di fiducia e rispetto nei confronti dei cittadini globali.

Il ragionamento di Jasanoff è in linea con i discorsi sul modo 2 sui rapporti tra scienza e società di Gibbons e colleghi. Intreccia comunicazione, democrazia, cittadinanza scientifica, regolazione della scienza, co-produzione. Si tratta di concetti, soprattutto l'ultimo, molto cari alla studiosa americane e costanti nella sua linea di ricerca.
Tutto molto condivisibile, ma cosa fare in concreto? Anche jasanoff alla fine del suo saggio dice che si tratta di un compito difficile.
Come dare forma comunicativa a questi inviti in diversi contesti nazionali, politici e culturali?
L'impressione è che ci sia bisogno di riforme impegnative sul piano della politica della ricerca in grado di agire nelle pratiche e nella cultura degli scienziati dei prossimi decenni. Tempi lunghi insomma su problemi che hanno bisogno di risposte immediate.

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