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Oggi, al convegno Impazzire si può, in corso in questi giorni a Trieste, presento il libro A distanza d'offesa curato da Antonio Esposito e Luigia Melillo.
Tra i temi la diversità, il confine, l'Altro, il disagio e la paura che si traducono in esclusione, razzismo, pregiudizio. Perché abbiamo bisogno di mettere una distanza? Come si costruisce l'alterità incommensurabile? Quali sono i percorsi storici, politici e culturali che ci portano a escludere le persone sulla base di un'etichetta? In un'ultima istanza come si costruisce la violenza mascherata da sicurezza?
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