mercoledì 29 settembre 2010

Scienza e giornalismo partecipativo al Festival di Internazionale (3)

Terza puntata dell'intervento sul rapporto tra scienza e giornalismo partecipativo in occasione dell'incontro che si terrà fra un paio di giorni a Ferrara nell'ambito del festival di Internazionale. La prima puntata è qui, la seconda qui.

La scaletta è la seguente:

1. Il giornalismo scientifico è in crisi? E le sue difficoltà sono dovute alla rete?
2. Norme e convenzioni del giornalismo scientifico tradizionale
3. Difficoltà del giornalismo scientifico tra new e old media
4. Iniziative innovative
5. Il giornalismo scientifico dei prossimi anni tra "nuovo giornalismo" ed evoluzione dei rapporti tra scienza e società.

Punto 3. Difficoltà del giornalismo scientifico fra new e old media

La discussione sulla crisi del giornalismo scientifico, attribuita da molti a Internet, ha permesso di mettere in luce alcuni limiti del giornalismo scientifico tradizionale indipendenti dalla rete. A queste si sono aggiunte altre difficoltà dovute effettivamente alla circolazione, diffusione e appropriazione della conoscenza in ambito medico, scientifico e tecnologico derivanti dall'uso delle tecnologie digitali.

a) Difficoltà legate agli sviluppi professionali del giornalismo scientifico indipendenti da Internet:

-Copertura di una gamma di argomenti troppo ampia (dall'antropologia all'astrofisica fino all'alterosclerosi) su cui è impossibile che un singolo individuo abbia le competenze necessarie e il tempo per l'approfondimento;

-La specializzazione delle discipline scientifiche rende difficile capire cosa è davvero importante e cosa non lo è dal punto di vista della ricerca;

-Commercializzazione della ricerca e conseguenti conflitti d'interessi;

-Scienza embargata. Il sistema dell'embargo, vale a dire il fatto che alcune riviste mandano in anticipo i dettagli e i materiali di una ricerca scientifica ai giornalisti a condizione che non vengano pubblicata prima di una certa data, crea vari problemi: il quasi esclusivo monopolio informativo da parte di pochi giornali come Nature, Science, The Lancet per i quali l'embargo è sostanzialmente uno strumento di marketing. L'embargo deprime inoltre attività giornalistiche d'inchiesta originali;

-Crescente ruolo dei PR. Il giornalismo scientifico, in linea con una tendenza che riguarda tutto il giornalismo, si è progressivamente indebolito a favore degli uffici stampa e degli uffici di relazioni pubbliche. Per produrre le notizie, giornalisti mal pagati e mal equipaggiati si affidano ai comunicati stampa o a materiali disposti in “kit informativi” ben confezionati, magari arricchiti da formati multimediali. Chi ha poco tempo, poche risorse e spesso poca preparazione per approfondire e per mettere a confronto la versione ufficiale con fonti indipendenti, difficilmente svolge un lavoro giornalistico qualificato e credibile e una nicchia nel panorama informativo come il giornalismo scientifico risente particolarmente della precarietà professionale che sta investendo il mondo della comunicazione.

b) Difficoltà attribuite alla diffusione di piattafrome multimediali e alla crescita di informazione scientifica in rete.

-Aumento del carico di lavoro per coprire il numero crescente di output richiesti a cui non corrisponde un adeguato aumento delle assunzioni di professionisti specializzati;

-Pack Journalism. Come conseguenza dell'aumento del carico del lavoro e del sistema dell'embargo, i giornalisti specializzati non hanno tempo e non vengono stimolati a un lavoro giornalistico indipendente. Questo porta a un'omogenizzazione della copertura dell'informazione scientifica prodotta sostanzialmente attraverso un'attività di desk centralizzata basata su notizie ricavate da comunicati stampa;

-Verifica dei fatti. L'aumento del carico di lavoro dovuto alla diffusione delle piattaforme multimediali rende molto difficile la verifica dell'attendibilità delle fonti e il confronto fra fonti diverse;

c) Difficoltà legate all'emergere di iniziative di giornalismo scientifico partecipativo.

-La salute e la medicina sono gli ambiti in cui sia gli accademici che i politici si stanno interrogando maggiormente per capire l’uso e gli effetti dell’internet come fonte di informazione e comunicazione scientifica. Ogni giorno entrano in rete milioni di persone per cercare argomenti legati a malattie e terapie. Dall’uso consapevole del World Wide Web ci si aspetta la formazione di cittadini e pazienti in grado di essere più responsabili della propria salute. Le dimensioni in cui si può articolare la formazione della cittadinanza medico-scientifica e la democratizzazione della comunicazione scientifica con l’uso della rete e dei suoi sviluppi sono una questione complessa.
Riguardo allo specifico del giornalismo scientifico i fenomeni su cui si sta discutendo di più sono i blog e le iniziative di comunicazione istituzionale che sembrano attività giornalistiche a tutti gli effetti.

Da molti punti di vista, la disputa tra blogger-scienziati e professionisti dell’informazione si è riprodotta in termini simili a quelli di altri ambiti del giornalismo. Questo aspetto lo approfondisco nel prossimo punto, che riguarda le iniziative innovative di giornalismo scientifico.

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