martedì 2 marzo 2010

Fisici e sociologi uniti per contrastare il riscaldamento globale

David Dickson, direttore di Scidev.net, di ritorno dal meeting annuale dell'American association for the Advancemet of Science tenutosi a San Diego dal 18 al 22 febbraio, invita scienziati naturali e scienziati sociali a mettere da parte le reciproche diffidenze e lavorare assieme.
Il caso di studio, epocale, per mettere alla prova uno scambio più significativo di quanto lo sia stato fino ad ora, è il cambiamento climatico. Gli scienziati naturali devono avere maggiore consapevolezza di almeno due cose per convincere l'opinione pubblica e la classe politica della necessità di agire e agire presto per contrastare gli effetti del riscaldamento globale. Primo, la loro ricerca deve essere "robusta socialmente", secondo quanto ci hanno insegnato la sociologa Helga Nowotny e diversi suoi colleghi. Robusta socialmente vuol dire che la validità della scienza non è più unicamente determinata dalle comunità scientifiche ma da comunità più ampie che comprendono altri produttori di conoscenza, i comunicatori, gli imprenditori, i cittadini.
Secondo punto: gli scienziati devono avere una visione più profonda delle ragioni per cui la società reagisce nel modo in cui reagisce.
In entrambi i casi, le scienze politiche e quelle sociali sono fondamentali. Ma devono deporre le armi.
Purtroppo credo che il sacrosanto appello di Dickson cadrà nel vuoto, ma è molto giusto farlo.

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