In questi giorni in cui la Commissione Europea ha autorizzato la coltivazione di una patata geneticamente modificata e di tre diversi tipi di mais ogm e a cui sono seguite reazioni di forte opposizione da parte del governo italiano nella persona del ministro Zaia, vale la pena rileggere un articolo apparso su Seed l'anno scorso in cui Sheila Jasanoff, tra i massimi esperti di studi sociali sulla scienza, si chiedeva, all'indomani dell'elezione di Obama, quali fossero le connessioni fra scienza e democrazia.
Secondo Jasanoff, abbiamo bisogno di una comprensione sempre più chiara di che cosa significa legare gli sviluppi scientifici e tecnologici e le finalità democratiche in una società, quella del ventunesimo secolo, in cui le scelte individuali, collettive e quindi politiche dipendono sempre di più da scienza e tecnologia.
Il rischio più grosso è quello di un rapporto sempre più stretto tra scienza ed interessi privati senza alcuna attenzione al bene comune. Capire qual è il posto giusto per la scienza nella società del ventunesimo secolo richiede un un Secondo Illuminismo: quello della modestia.
Riflettere sulle virtù della modestia è un bene. E' la chiave, alla lunga, del successo sia della scienza che della democrazia.
Quali sono queste virtù più precisamente? Accettare il fatto che la verità e provvisoria, che il coinvolgimento degli esperti va incoraggiato, che i passi avanti possono richiedere dei passi indietro correttivi, che la comprensione della storia è uno dei fondamenti più certi su cui costruire il progresso.
Anche sugli Ogm, da parte di tutti, ci vorrebbe l'esercizio di queste virtù.
venerdì 5 marzo 2010
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